giovedì 9 luglio 2015

Berserker. 19.

Nuovo capitolo, breve ma intenso. qui finisce il terzo blocco di capitoli. Buona lettura!

Lui non era più niente. Tutto quello che era stato adesso non c’era più. Era stato un tedesco, era stato un militare, era stato un ufficiale e ora, ora non era niente. Era solo un uomo che correva.
Era un assassino, un ricercato, un traditore. Era un morto che camminava, un condannato a morte, un traditore della patria. Correva verso il nulla probabilmente, correva a perdifiato non riuscendo a credere a quello che aveva fatto.
Eppure … eppure non si era mai sentito così nel giusto come in quel momento. Aveva salvato delle persone, o almeno ne aveva rimandato, per quanto possibile, la morte. E aveva ucciso dei mostri.
E così correva, sicuramente lo stavano inseguendo i suoi ex soldati, lo stavano inseguendo le SS, forse lo stavano inseguendo anche quelle cose. Si sarebbe sparato in bocca quando lo avessero preso, non si sarebbe fatto torturare. Comunque correva, correva come un ragazzino, correva come quando davanti a sé si ha tutta una vita e nessun limite, correva lontano da quello che aveva fatto negli anni passati.
Sentì un colpo alla testa, come un sasso o una puntura di insetto, continuò a correre e, nemmeno un secondo dopo, sentì lo sparo. Il sangue gli colò giù per la tempia e il collo e capì, gli avevano sparato da molto distante, lo avevano colpito alla testa. Era un morto che correva allora, la morte gli stava colando giù nella divisa insieme al sangue. Continuò a correre mentre la vista gli si annebbiava e le gambe cominciavano a tremare, il mondo cominciò a farsi scuro e i rumori intorno a lui sembrarono trasformarsi in un rombo, corse ancora sulle sue gambe di ricotta e tutto oscillò intorno a lui come in un sogno, poi cadde e la notte lo ingoiò.

Rotolò giù nel torrente che era pieno d’acqua, rotolò giù per il pendio scosceso e fangoso. Affondò nell’acqua senza nemmeno annaspare e la corrente lo portò giù. E fu una donna a raccoglierlo appoggiato a un tronco, una donna il cui figlio era ancora vivo perché lui aveva tradito i suoi. Lo trascinò fino alla sua casa e lo curò aspettando l’arrivo dei crucchi. Che venissero pure, lei non avrebbe abbandonato a morire nel fiume un brav’uomo.

Scesero di corsa fino al torrente e videro dove era entrato in acqua. Corsero lungo la riva per chilometri prima di convincersi che la corrente aveva ormai portato il corpo del traditore lontano, verso il mare. Tornarono al sanatorio e non lo cercarono più.