martedì 19 luglio 2016

Lettera a un possibile, ma non augurabile, Primo Ministro.

Questa è una lettera che, tramite il sito internet della Camera dei Deputati, ho inviato all'onorevole Luigi Di Maio, quello che molto probabilmente sarà il candidato premier del Movimento 5 Stelle. Io aspetto la sua risposta e, naturalmente, nel caso che l'Onorevole mi risponda, pubblicherò tale risposta qui sul mio Blog. Voi che ne dite, mi risponderà?



Onorevole Di Maio, Le scrivo perché, come cittadino italiano ed elettore penso di avere il diritto di farLe delle domande e di avere da Lei delle risposte.
Mi chiamo Stefano Di Giacomo, non ho mai votato per il Suo partito e, per quanto prevedere il futuro non sia possibile, penso che non lo voterò mai.
Però, Onorevole, dai sondaggi pare possibile o, Dio non voglia, addirittura probabile, che il Suo partito si troverà nella condizione di governare il Paese in cui vivo e quindi me. E, leggendo i giornali, pare di capire che Lei, per quanto la cosa mi sembri priva di senso vedendoLa agire, sarà il candidato premier del suo partito. È quindi possibile che, da qui a un paio di anni, Lei si trovi a governare l’Italia e ad essere il mio Presidente del Consiglio.
Che Lei vinca o no le prossime elezioni però, Onorevole Di Maio, Lei è comunque adesso un parlamentare della Repubblica Italiana e quindi, già adesso, Lei a norma di costituzione rappresenta me, cittadino che non L’ha votata. E quindi, Onorevole, ho il diritto di farLe delle domande sulla politica Sua e del Suo partito e credo fermamente che Lei abbia il dovere di rispondermi.
Le farò quelle domande che, a mio parere, dovrebbero farLe e rifarLe i giornalisti che invece evitano di proporGliele.
Prima domanda.
Lei è un parlamentare, però dice di essere un portavoce. A norma di Costituzione vigente Lei, come tutti i parlamentari, rappresenta tutti i cittadini, però dice di essere solo il portavoce della Rete, intendendo con tale termine gli iscritti al blog di Beppe Grillo (ora Blog dei 5 stelle, ma comunque di proprietà di Grillo e Casaleggio). Lei, Onorevole, rappresenta me, o porta solo la voce degli iscritti del Blog?
Seconda domanda.
Lei, come tutti i suoi compagni di partito, pur definendosi “portavoce” prende in realtà decisioni e vota, e anzi, facendo parte del cosiddetto “Direttorio”, decide anche riguardo agli altri. Che diavolo c’entra la parola “portavoce” con quello che Lei fa? Le sembra onesto definirsi con una parola che non La descrive?
Terza domanda.
Voi parlamentari pentastellati (uso questa parola pensando che Lei la possa preferire all’usuale definizione di “grillini”) dipendete dalle decisioni del Blog (a volte e senza una chiara regola che dica quando si vota e quando non è richiesto farlo), ma chi vota sul Blog? Chi sono gli iscritti? Chi decide chi può o non può iscriversi? Chi decide gli argomenti su cui si vota e quelli su cui non si vota? Chi certifica il risultato delle votazioni? Si rende conto, Onorevole, che una votazione ha il valore della certificazione del suo risultato e che se ha certificarlo è chi l’ha indetta senza che un terzo controlli, essa non ha alcun valore?
Quarta domanda.
“Uno vale Uno” era all’inizio il motto del suo partito, ma ora a comandare è il Direttorio, cioè Lei e altri 4 onorevoli. Tre di voi sono stati scelti direttamente da Grillo (e da Casaleggio) e gli altri due sono stati votati, sul Blog (e quindi do alla votazione il valore che ho spiegato al punto 3) tra una rosa di 5 scelti da Grillo (e Casaleggio). Si può definire quindi il Direttorio una entità eletta dai votanti o esso non è piuttosto un’emanazione dei due dirigenti del partito? Se, come io penso, è giusta la seconda risposta, non rappresenta il Direttorio solo i due dirigenti di cui sopra?
Quinta domanda.
Grillo e Casaleggio (Gianroberto) hanno fondato il partito, e ora Grillo e Casaleggio (il figlio) lo comandano.
In base a quali regole? Chi li ha eletti (Le ricordo che viviamo in democrazia)? Quali sono i loro poteri? Quale altro dirigente può controllarli e giudicarli? A quale altro potere ci si può appellare se non si è d’accordo con una loro decisione? Quanto dura la loro carica? Quante volte si possono ricandidare a tale carica? Quando e come verranno eletti i loro successori? Chi avrà diritto di voto in tale elezione? Chi ne certificherà il risultato?
Sesta domanda.
I sindaci che avete eletto in queste elezioni che andate a dire in giro, falsamente a mio parere, di avere vinto, hanno detto di aver firmato un contratto che li impegna, pena il pagamento di una multa da 150.000 euro, a far controllare alla Casaleggio & Associati (una ditta privata che come tale ha solo fine di lucro) tutti i loro atti e le loro nomine e, contestualmente, a dimettersi se tale ditta dirà che hanno preso una decisione non in conformità col programma e il codice etico di cui tale ditta è garante, quindi se la loro decisione sarà difforme da quella suggerita dalla C&A. A governare quindi queste città è di fatto un sindaco che non rappresenta i suoi concittadini che lo hanno eletto, ma una ditta privata. Le sembra giusto? Le sembra costituzionale? In caso di Sua elezione a primo ministro, anche Lei rispetterebbe tale regola? Io, come cittadino italiano, sarei quindi governato da una ditta che per sua ragione sociale ha come fine ultimo solo far guadagnare i suoi proprietari?

Onorevole Di Maio, io non L’ho votata e penso che mai La voterò, ma penso che Lei debba rispondere a queste mie domande, come cittadino lo esigo.

Queste mia lettera sarà anche pubblicata sul mio blog ( http://raccontidiggia.blogspot.com/ ) e sulla mia pagina Facebook, come anche la sua risposta che attendo fiducioso.

Distinti saluti,

Stefano Di Giacomo.