lunedì 11 gennaio 2021

L'Isola.

Anni fa avevo cominciato a scrivere un romanzo horror in cui innestavo una situazione orrorifica sulla mia esperienza di partecipante a scavi archeologici universitari. Uno dei tanti romanzi o racconti abbandonati dopo poche pagine. Oggi, dopo mesi in cui ho fatto fatica a scrivere anche la lista della spesa, l'idea mi è tornata in mente e ho buttato giù 1500 parole in fretta e facilmente. Non so se riuscirò a continuarlo, ma scriverlo mi ha rilassato e queste tre paginette ve le regalo. Leggete pure questo incipit di una storia horror. 

L'ISOLA


Forse è necessario fare una premessa, i cellulari esistevano già, allora, ma servivano solo per telefonare e il segnale non arrivava dappertutto, e sull'Isola non arrivava. E quindi, ogni volta che leggendo queste pagine vi chiederete come mai un personaggio o un altro non chiamano aiuto col telefono … non potevano farlo. Sull'isola c'era un unico telefono e stava nella stanza del direttore, e funzionava malissimo.

E vi chiederete anche come una decina di studentelli e un professore abbiano potuto andare a stare su un'isola persa in mezzo al mare a miglia dalla costa, senza un pronto soccorso a portata di mano, bisognosi dell'intervento di una barca per ogni minima necessità, forse. Ecco, la risposta è che eravamo un po' selvaggi, ci sembrava avventuroso, come un film di Indiana Jones.

Volevamo essere i protagonisti di un film d'avventura. Non sapevamo di essere le vittime di un film horror.


Naturalmente ho cambiato i nomi dei personaggi, per rispetto dei morti e dei sopravvissuti, e naturalmente non troverete traccia da nessuna parte di questi avvenimenti. Ogni mattacchione di questo mondo è libero di raccontare di aver visto il mostro di Loch Ness, perché non esiste, ma se uno racconta che scavando ha trovato … non voglio spoilerarvi la storia, sappiate che da nessuna parte troverete conferma di quanto sto per raccontarvi, ma sappiate anche, siatene anzi assolutamente sicuri, che è tutto vero. L'Isola esiste, anche se non si trova più sulle carte, noi siamo stati lì e solo alcuni di noi sono tornati indietro a raccontarlo. E quello che vi racconterò è vero. Purtroppo.


E ora cominciamo. Era una bella mattina di inizio settembre e …


La barca del pescatore filava veloce tra le onde, salterellando allegra sul mare gradevolmente mosso e i nove studenti si guardavano intorno con allegria mista a preoccupazione; cioè, sette si guardavano intorno, Walter vomitava sporto fuoribordo a dritta e Luana fissava lo schermo del suo Nokia guardando con preoccupazione le tacche della ricezione diminuire con precisione geometrica man mano che la costa si assottigliava sempre più sull'orizzonte diventando una striscia scura e indistinta in cui boschi, fabbriche e città perdevano di chiarezza diventando parte di un tutto lontano e incomprensibile.

" A quanto siamo dalla costa? " chiese al pescatore che sembrava una controfigura ancora più selvatica di Robert Shaw ne Lo Squalo.

" ...e ...glia. " borbottò l'uomo con il suo berretto di lana calcato in testa come nella pubblicità del tonno.

" Cosa scusi? " e intanto guardava il suo piccolo cellulare in cui una tacca e due tacche si davano il cambio a intervalli regolari.

" Tre miglia, signorina. " le rispose e la guardò con un misto di disprezzo e interesse, visto che era una pusillanime che aveva paura di stare a un tiro di schioppo dalla costa, ma aveva comunque delle simpatiche tette che oscillavano piacevolmente insieme alla barca salendo e scendendo dalle piccole onde.

" E quanto manca all'Isola? " e intanto le due tacche si erano prese una vacanza e l'ultima solitaria tacca sembrava ormai un animalino in via d'estinzione.

Cinque miglia, signorina. “

E là il telefonino non prende proprio?” gli chiese con un'intonazione involontariamente lamentosa.

Non l'ho mai provato, signorina. “ le rispose e si gustò il risultato del grosso scossone che la barca aveva avuto saltando su un'onda più alta delle altre. “Penso di no, comunque. “ le disse e lo sguardo di lei, disperata nel vedere l'ultima tacca sparire dallo schermo insieme al logo della compagnia telefonica.

Grazie. “ disse lei e andò da Walter che aveva finito di vomitare e che si guardava intorno sperduto, sicuro che tutto quel mare avrebbe trovato ancora un po' di schifosissima bava acida da tirargli su a forza dal fondo dello stomaco.

Lei gli appoggiò una mano sulla spalla e lui la guardò con un sorriso lieve e riconoscente.

Un mese. “ disse lei guardando ancora verso la costa che ormai era come un segno di matita 2B sull'orizzonte e che presto sarebbe scomparsa.

Non erano solo quattro settimane? “ disse lui.

Il Dottor Spocchia. “ disse lei sorridendo “Quattro settimane a scavare una città abbandonata 1800 anni fa.”

Vivendo e dormendo in un carcere abbandonato da 20 anni. “ disse lui riuscendo a fare una risatina, anche se l'ultima serie di onde ce l'aveva quasi fatta a trovare dell'altra schifezza da rigettare.

Tesi, tesi, cosa non si fa per te!” disse lei e gli diede una bella pacca sulla schiena, dandogli l'ultima e definitiva spinta. Si sporse fuori bordo e lei, disgustata e divertita si allontanò ridendo. Il suo cellulare era morto definitivamente. Lo spense e pensò che lo avrebbe riacceso solo una volta arrivata sull'Isola per vedere se, per miracolo, il segnale arrivava là in fondo al nulla.

Dopo una ventina di minuti l'Isola apparve, con la sua punta, era un vecchissimo vulcano inattivo da qualcosa come mezzo milione di anni, e in breve cominciarono a distinguere i boschi e il corpo bianco e tozzo del carcere che si stagliava in mezzo al verde della collina.

Eccoli! “ disse Marco indicando il prof e Carla che li aspettavano sul molo sbracciandosi in saluti che facevano capire che stare in due su di un'isola deserta, anche se per un solo giorno, era stato davvero pesante.

Walter alzò un attimo lo sguardo, fece per rispondere ai saluti e di nuovo si sporse facendo dei versi che solo delle vere carogne come erano i suoi compagni di corso potevano trovare divertenti. La barca arrivò al molo e il pescatore saltò giù agilmente legando la cime alla vecchia bitta arrugginita che sembrava stare lì almeno da prima che l'isola fosse emersa dalle onde.

Benvenuti, cari. “ disse il prof che col suo pancione e la barba aveva sempre ricordato a Marco un Bud Spencer buono e indifeso. “Giornata stupenda” disse aiutando Luana, Elena e Caterina a scendere mentre i maschi si caricavano i bagagli in spalla e scendevano dalla barca rischiando di finire in acqua come soldati del 101° allo sbarco su Omaha Beach.

Come è andato il viaggio, Walter?” chiese Carla a Walter e vedendolo tentare un sorriso con il volto grigio verdastro gli sorrise e gli fece una lievissima carezza sul viso. Lui sorrise di più e disse “Com'è la galera? “

Non male, pensavo peggio. Architettonicamente è stupendo, un panopticon quasi perfetto, gli alloggi delle guardie sono sei e spaziosi, quindi nelle celle dovranno dormire solo in cinque.

Mi prenoto io, un futuro grande scrittore non può perdere quest'occasione. “ e risero insieme mentre lui prendeva un borsone che Michele gli passava dalla barca e si incamminava poi insieme alla dottoranda che lo aveva preso in simpatia. Continuarono a camminare insieme ridendo e scherzando, lei aveva intanto preso il treppiede e se lo era caricato in spalla e dopo una manciata di minuti svoltarono a destra e videro il carcere. Sembrava un carcere, niente da dire. Lei prese le chiavi dalla tasca e aprì il portone.

Lasciate ogni speranza, o voi che entrate. “ disse lui oltrepassando la soglia e sentendo l'odore di chiuso che venti anni di abbandono avevano impastato all'atmosfera stessa di quei locali tristi e grigi.

Esagerato! “ disse lei ridendo e lo guidò oltre un cancello mostrandogli il cortile. Al centro si stagliava la torretta di guardia e quel lato dell'edificio era curvo e diviso in tre piani, con i corridoi che si affacciavano all'esterno a mo' di terrazzini con le celle aperte verso la torre. “Jeremy Bentham sarebbe fiero di questo posto. “

E sì, agghiacciante, vero? “ disse lei guardando quelle celle che avevano accolto per un secolo e passa assassini, patrioti e oppositori dei vari regimi.

No. Inquietante. Agghiacciante è che Bentham si sia fatto imbalsamare e abbia fatto mettere il suo corpo, seduto e vestito alla moda del Diciottesimo secolo, in una teca in un corridoio della sua università. “

Quando sarò docente lo farò anche io. “ disse Carla ridendo, devo cominciare a cercare la mise appropriata. “

Bikini o mantello di Fener, bisogna scandalizzare i borghesi. “ disse lui.

Il bikini ce l'ho, col mare che abbiamo intorno … “ disse lei ammiccando. Chissà, magari ci sarebbe scappato anche qualcosa di divertente, il fatto che avesse cinque anni più di lui non gli dava certo fastidio.

E così perseguiteresti i poveri studentelli anche dopo morta. Succhieresti crediti per rimanere eternamente giovane. “ disse lui e ridendo tornarono nel corpo principale dell'edificio dove le voci degli altri risuonavano allegre rendendo l'ambiente decisamente meno lugubre.

Presto lo sarebbe tornato.


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