domenica 9 maggio 2021

Recensione del romanzo "Due in nero" di Samaang Ruinees.

 

Recensione di “Due in nero” di Samaang Ruinees, Asylum Press Editor 2020.


Due racconti che si svolgono nello stesso luogo, la Milano dei giorni nostri, e che hanno un personaggio in comune, il maresciallo Spallanzani. Oltre al personaggio e al luogo c'è anche un'unità tematica, visto che entrambi i racconti raccontano di raccapriccianti omicidi che sono in realtà dei passaggi da un mondo “nostro” a un mondo “altro” secondo una affascinante dottrina esoterica che l'autore pare padroneggiare perfettamente e che io, abituato a pensieri più terra terra, posso dire di aver compreso solo parzialmente.


Il primo, Inferno (La casa della polvere), prende in contropiede il lettore con un inizio da classico giallo italiano, il maresciallo e l'appuntato sulla scena del crimine, con i tic dei due personaggi e il loro dialogo che, lentamente, ci fa scoprire l'orrenda scena del crimine su cui si muovono. E invece, poi, in un turbinio di piani temporali che si incrociano, scopriremo che col giallo italiano la storia non ha assolutamente nulla a che fare, finendo poi in una storia delirante che ha un che di Clive Barker e Lovecraft.

Un pezzo di bravura, in una storia raccontata benissimo tramite una lingua barocca, la scena dello, piccolo spoiler, smembramento rituale del protagonista da parte del demone Caronte che lo traghetterà metaforicamente all'altro mondo dove assisteremo alla sua epica rinascita.

Divertentissime le note al racconto, dove l'autore mostra grande cultura e senso dell'umorismo davvero gradevole.


Il secondo racconto, “Ossessione in rosso. Il sogno della crisalide”, che ha in esergo una citazione dal libro scritto dal protagonista del primo racconto (folle, no?), ci racconta di nuovo delle indagini di Spallanzani su varie scene del crimine, dove, come già prima, non capirà assolutamente con cosa abbia a che fare. La storia, come nel primo caso in realtà la trasmutazione da umano a “altro” di un personaggio, ci racconta di una povera ragazza rapita, segregata e torturata dall'Artista e di come alla fine … il lettore rimarrà con un palmo di naso per non avere capito niente.


Due storie horror piene di sangue e robetta schifosa varia ed eventuale, con una bella punizione dei cattivi nel primo racconto e una visione satirica davvero gustosa del mondo della moda milanese che fa morire dal ridere.

L'autore, come ho già detto prima, scrive in una lingua barocca e ricca che, se può sembrare un po' ostica nelle prime pagine, si rivela poi estremamente gradevole appena vi si sia fatto l'orecchio.


In definitiva il mio giudizio è che “Due in nero” è davvero un gran bel libro e che sono onorato di essere pubblicato dalla stessa casa editrice del nostro, bravissimo, Samaang Ruinees.

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