domenica 15 novembre 2015

Il Mare dei Mostri. 3.

Nuova puntata, buona lettura!

3

Neto fu mandato nella stiva, dall’altro boccaporto, per prendere le armi e tornò su con le poche spade e i coltelli dalle lame sbreccate che avevano. Ognuno di loro ne prese uno e Okaka si rigirò con una strana eccitazione tra le mani quel vecchio pugnale di ossidiana che gli avevano dato. Gli avevano parlato di colpo di fulmine, riferendosi a quando incontri LA donna giusta e di colpo sai che è quella giusta. A lui le donne non interessavano ancora, era grande e grosso ma sempre un bambino di sì e no nove anni, ma quel pugnale era IL suo pugnale, lo seppe subito.
Mentre il vento continuava a soffiare molto oltre la portata delle loro vele e il mare sembrava una distesa di olio da quanto era liscio, cercarono in tutta la nave. Non sapevano cosa cercare, perché l’unico che aveva visto qualcosa, e cioè lui, diceva di aver visto Nao che però era già morto in quel momento, quindi cercavano qualunque cosa che fosse capace di smembrare un uomo decorando con il suo sangue e le sue frattaglie le pareti e il soffitto della stava. Sapevano gli dei se non c’era pieno di cose capaci di farlo, tutto intorno a loro.
Controllarono ogni singola stanza, ogni più minuscolo anfratto, ogni scialuppa e ogni vela annodata e ogni cassa di merce un numero infinito di volte, ma non c’era niente. Niente. E intanto la bonaccia continuava e la sera calava sulla nave immobile sulla tavola blu del mare.
Alla fine tornarono tutti insieme sul ponte per mangiare gallette e pesce secco, in un silenzio carico di paura e tensione. Poi, all’improvviso, Okaka si accorse che Virdu, un tizio che aveva partecipato a invasioni in tutto il grande Mare Interno e che si ostinava a portare in testa un ridicolo elmo di bronzo che culminava in un chiodo, lo guardava almeno ogni due bocconi. – Sono così bello che non puoi fare a meno di ammirarmi, Virdu? – gli chiese.
- Sei sempre il solito orrendo scimmione nero, Okaka, sempre più grosso ogni giorno che passa. Solo che … quando è che ti sei tagliato i capelli? –
- Dopo che siamo tornati dall’isola. Perché? –
- No, ti sbagli. Li avevi quando mezz’ora fa eravamo nella stiva a prua. –
- Non entro nella stiva a prua da tre giorni fa, Virdu. Quel chiodo per caso scende anche dentro all’elmo? –
- Mezz’ora fa stavo cercando quella cosa e sono entrato nella stiva di prua e tu eri già lì. Mi hai guardato e mi hai salutato con un cenno della testa. Ed avevi i capelli. –
Il cuoco disse: - Glieli ho rasati io dopo mezzogiorno, Virdu. Ti stai sbagliando. –
- Io ti ho visto. Eri giù nella stiva e … -
- E cosa? –
Dovevi aver mangiato del pesce, c’era una gran puzza di pesce. –
- Io non mangiavo da stamattina, pazzo con l’elmo, vuoi dire che rubavo? –
- No. Voglio dire che mezz’ora fa eri laggiù, coi capelli in testa e mi hai salutato così. – disse e fece un cenno col capo inclinandolo appena verso la spalla destra.
Allora Okaka capì. Così lui aveva salutato Nao quando lo aveva visto fuori dalla porta della cabina. Nao che in realtà era già morto in quel momento. La cosa che lui aveva preso per Nao lo aveva guardato e lui, in quel momento, aveva ancora i capelli. E allora.
- Oggi quando ho visto Nao ho sentito una gran puzza di pesce. – disse Okaka alzandosi in mezzo agli altri. – Ho pensato che fosse l’odore dell’acqua di mare con cui stavo lavando il ponte, ma invece … -
- Il mostro può cambiare forma. – disse allora il cuoco. – Il mostro può prendere la nostra forma, quando vuole. – e fu allora che un urlo arrivò dalla stiva a poppa. E proprio là era appena andato il capitano a controllare le scorte di acqua. Corsero tutti giù e videro il loro capitano morto e smembrato sul pavimento, vicino alla botte d’acqua dolce rovesciata in terra. E, solo i primi ad entrare e solo con la coda dell’occhio, videro una forma strana e cangiante sfuggire da un piccolo buco nel muro, lasciandosi dietro una scia di bava.
E la bonaccia non accennava a finire.

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