venerdì 27 settembre 2024

Maul Reborn. Episodio II.

Qui il mio Maul comincia decisamente a divergere dal Maul canonico, e Omega... vabbè, Omega a 37 anni non è più la bimba dodicenne che viaggiava con la Bad Batch e fa cose che all'epoca non avrebbe fatto. 

Buona lettura!


«Preferisci la colazione dolce o quella salata?»

Sbatté le palpebre un paio di volte, sbadigliò e si voltò verso la voce che aveva parlato alle sue spalle. Il clone, la biondina. Lo aveva svegliato, non aveva reagito all’avvicinamento di una persona mentre dormiva, roba da dilettanti. Si stropicciò gli occhi con le mani e stiracchiò le gambe godendosi ogni singolo movimento di tutti i muscoli. «Salata.» le rispose e si alzò mentre lei si allontanava. «Grazie.» disse stupendosi della parola che gli era sfuggita di bocca. Grazie, aveva detto grazie. Attraversò la cabina e il breve corridoio. Ahsoka era sveglia, seduta con le gambe stese sul letto, la schiena appoggiata alla parete. «Ben svegliata, Lady Tano!» le disse sedendosi sulla branda di fronte.

«Maul.» disse lei con un’espressione tra l’incuriosito e il disgustato. «Come diavolo hai fatto a tornare dalla morte, stavolta?»

«Sidious giocherellava con la clonazione perché voleva trasferire la sua coscienza, e i suoi poteri, in un corpo nuovo dopo la morte. Mi ha usato per vari, sgradevoli, esperimenti, anni fa. Evidentemente gli esperimenti hanno avuto successo.» e le sorrise.

«Quindi anche l’Imperatore potrebbe tornare.»

«Evidentemente.» le disse e poi le appoggiò la mano sulle gambe, a metà tra ginocchia e caviglie.

«Che fai?» gli disse spostando le gambe ed emettendo subito un gemito per il dolore.

«Calma, Lady Tano, calma.» le disse e usò la Forza per calmarle il dolore e velocizzare la guarigione. Con un paio di giorni di riposo e altri suoi interventi la togruta sarebbe di nuovo stata in grado di camminare di lì a due giorni. «Il tuo Maestro non ti ha insegnato questo uso della Forza?»

«Non pensavo che fosse un potere Sith.» disse lei evidentemente sollevata dalla diminuzione del dolore.

«Non sono un Sith. Non più.»

«E cosa sei, Maul?»

«Non ne ho la minima idea.» le disse con un sorriso che era una mezza smorfia, «Però so di avere fame. Penso che questo corpo non abbia mai mangiato.»

Omega gli portò il vassoio scaldato nello scaldavivande e lui andò a mangiare fuori. Il sole era basso sull’orizzonte, ma si muoveva in fretta. Le giornate dovevano essere abbastanza brevi, e loro erano bloccati su quel rottame. Mangiò tutto, bevve un bicchiere di latte blu e sentì il suo stomaco borbottare soddisfatto. Pace, era pace, quella. Che novità sorprendente.

 

Omega portò la colazione, dolce, ad Ahsoka e si mise a mangiare con lei.

«Tu devi essere Omega, Rex mi ha parlato di te.»

«Parla molto anche di te. Dice che ti sei lanciata da un’astronave in volo e che sei arrivata al suolo saltando da un veicolo all’altro e combattendo.»

«Anche lui è sceso combattendo, ma non gli piace vantarsi.»

Risero, la comune amicizia era un buon punto di partenza per conoscersi. Ahsoka indicò verso il portellone della nave e chiese: «Lui da dove è saltato fuori?»

«È molto pericoloso, vero?» chiese Omega.

«Uno degli esseri più pericolosi della Galassia.» rispose Ahsoka, «anche se ora fa finta di essere buono.» Mangiò qualche boccone e poi continuò: «Ci hanno usate per riportarlo in vita?»

Omega finì i suoi biscotti, bevve il suo latte e poi le rispose: «Quasi. Ci hanno portate lì per quello, è lo stesso motivo per cui mi avevano catturato più di venti anni fa, ma … Non lo hanno svegliato loro, l’ho fatto io.»

«Cosa? E perché?»

«Ho aperto tutte le gabbie degli esperimenti e, quando mi sono resa conto che c’era in giro qualcosa di davvero pericoloso, ho pensato che un force user avrebbe potuto tirarci fuori da lì, tu eri fuori gioco e lui aspettava solo il nostro sangue per “riattivarsi”. Ho giocato d’azzardo.»

Ahsoka bevve svuotando la tazza, la poggiò sul vassoio e si pulì la bocca con una salvietta di carta. Poi guardò Omega e le disse: «Potresti aver condannato la Galassia, con la tua scommessa.»

«A me non sembra così cattivo.» disse la donna clone.

«Anche il mio Maestro non lo sembrava.» disse tra i denti, a bassa voce, Ahsoka.

 

Maul rientrò nell’astronave e trovò Ahsoka che meditava. Andò a cercare Omega e la trovò che tentava di far ripartire la consolle della cabina di pilotaggio. Era coricata in terra e muoveva velocemente le mani in una matassa di fili colorati, borbottando parole incomprensibili.

La guardò per qualche secondo, era evidentemente incazzata nera, ma si stava anche divertendo. Aveva in mano un piccolo saldatore e lui poteva vedere minuscoli lampi di luce dove attaccava fili e componenti.

«Bello spettacolo?» gli chiese.

«Molto interessante. Hai una minima idea di quanto stai facendo?» le chiese appoggiato alla porta con le braccia incrociate.

«Guido e riparo astronavi da 25 anni, Maul.»

«Eri appena nata?» le chiese avvicinandosi e guardando lo sfacelo che era la cabina di pilotaggio dopo che erano fortunosamente precipitati.

Omega tirò la testa fuori dalla cavità buia in cui stava lavorando e guardò lo zabrak che si ergeva, forse involontariamente, minaccioso su d lei. «Ci stai provando con me?»

«No.» le rispose, e se non avesse avuto la pelle rossa e nera si sarebbe potuto dire che era arrossito. «No, biondina, perché?»

«Per fortuna, perché se non saresti stato goffo come un dodicenne. Ho 37 anni, Maul.» e, tentando di nascondere un sorriso, si rimise a trafficare coi fili. «Puoi abbassare la leva rossa alla tua sinistra?» gli chiese.

Lui la abbassò e un rumore di cortocircuito frizzò nell’aria. «Ahia!» gridò lei e poi «Abbassa la leva!»

Lui si abbassò e guardò sotto alla consolle. «Posso aiutarti?»

«Sai fare miracoli?» gli chiese lei con la faccia sporca di grasso nero e un’espressione frustrata.

«No.»

«E allora no, Maul.» disse e ricominciò a collegare fili.

Lui uscì dall’abitacolo e guardò la Jedi che meditava. Aprì un armadio e trovò degli abiti, da Jedi, che potevano andargli bene. Si vestì e si guardò in uno specchio. Sembrava uno wookie vestito da sera, però era molto comodo e funzionale. Su una spalliera c’erano delle spade laser, una era a doppia lama. Un sorriso gli illuminò minacciosamente il viso. Prese la spada e uscì, cominciando ad allenarsi, per vedere quanto fosse potente quel nuovo corpo. Non era affatto male, giovane, integro, privo di dolori.

In realtà anche lui, come Ahsoka, stava meditando, mentre provava tutte le posizioni e le mosse.

Era stanco, piacevolmente stanco, sudava e lasciava che la Forza lo guidasse nelle sue evoluzioni. Il suo corpo, nuovo, doveva riacquistare gli automatismi della sua vita precedente, e la Forza lo aiutava. Sentiva la vita intorno a sé, sentiva gli animali, le piante, i funghi nel sottosuolo che tutto univano, sentiva la biondina che, soddisfatta, ce l’aveva fatta a riattivare alcuni sistemi. Era felice, canticchiava, e era lusingata, le era piaciuto essere presa per una ragazzina. Gli piaceva la clone, erano 40 anni che non pensava a una donna in quel modo, e le torture di Sidious e il Lato Oscuro non gli avevano mai permesso di farlo in un modo gradevole. E sentiva la Jedi, meditava, e lei sentiva lui, senza dubbio. Non si fidava di lui. Ed erano in due a farlo, con lui. E poi … poi sentì come un gelo attraversarlo, un qualcosa di inaudito, di oscuro, di innaturalmente malvagio e mortifero era nato.

Cadde a terra, sulle ginocchia, ansimante. Corse dentro, da Ahsoka, anche lei era senza fiato, stravolta dal terrore. «Cos’è?» gli chiese.

«Non lo so.» le rispose «Non lo so.»

 

Maul stava utilizzando la Forza sulle gambe di Ahsoka, erano molto migliorate e avrebbe potuto camminarci senza troppi problemi, ma un altro paio di giorni di riposo e Forza curativa le avrebbe riportate allo stato normale. Chissà se avevano due giorni, boh!

Omega arrivò dalla cabina, impolverata, sporca di grasso lubrificante, puzzolente di saldatura e con i capelli biondi più aggrovigliati della matassa di fili che stava tentando di ricollegare nella consolle. «Ditemi quale sarebbe questo problema.» disse sedendosi e soffiando via un ciuffo di capelli che le copriva un occhio. Mentre tentava di legarsi di nuovo i capelli in una coda di cavallo Maul si sorprese a pensare che era la cosa più bella che avesse mai visto. Trasformato in un buco nero di odio e dolore fin dalla più tenera infanzia si stupì di poter sentire questo tipo di pensiero, adolescenziale, tenero, buffo, nel suo cervello.

Ahsoka guardò Maul e poi cominciò: «Improvvisamente abbiamo avvertito un qualcosa nella Forza, come una lacerazione, un buco, un macchia raggelante che cresce di minuto in minuto.»

Omega la guardò interdetta e incuriosita, aveva conosciuto i Jedi già da piccola, Shaak Ti, Gungi, la sua cara amica Ventress, anche se forse lei non era un Jedi, ma cosa fosse la Forza le era sempre sfuggito. «E questa cosa … è pericolosa?»

«Non sentivo nulla di simile da quando mi avvicinai a un Sith, solo che il Sith era un qualcosa che, per quanto fosse spaventoso, lo potevo capire; questo è …»

«Ma non sarebbe lui un Sith?»

Maul guardò le due donne e tentò di formulare per la prima volta a parole quello che stava pensando dal momento della sua rinascita. Era difficile, molto difficile. «Lady Tano potrebbe dirti che il Lato Oscuro è … più facile, più seducente, e che se cedi al Lato Oscuro, alla paura, alla rabbia, al risentimento, essi ti intrappoleranno per sempre.» e guardò Ahsoka che annuì e rispose: «Questo dice la dottrina.»

«Bene. È vero, ma è una semplificazione. Il Lato Oscuro è facile perché è facile reagire alla violenza con la violenza, è naturale avere paura e reagire in base ad essa, è naturale il risentimento e la voglia di vendicarsi. Ed è vero che, fatto questo, rifarlo diventa più facile. Ma …» si alzò e camminò avanti e indietro per la stanza che fungeva da sala da riunione, da sala da pranzo e da palestra per gli allenamenti; teneva le braccia dietro alla schiena, camminando, ad Ahsoka ricordò il Maul di un tempo, quello che tentava, inutilmente, di convincere una ingenua diciassettenne che il suo Maestro stava per passare al Lato Oscuro. «Quello che ai Jedi non insegnano è lo sforzo innaturale che bisogna fare per rimanere costantemente nel Lato Oscuro. Qualunque force user può cedere alla rabbia, chiunque può esagerare con la violenza, io l’ho visto fare a Kenobi, l’ho visto fare alla qui presente Lady Tano, l’ho visto fare a decine di Jedi che ho combattuto. Quello che è difficile è diventare tutt’uno con il Lato Oscuro. Un Sith è dolore, paura, rabbia, risentimento, odio, il tutto alla massima potenza e senza soluzione di continuità. Il maestro di Lady Tano passò al Lato Oscuro tradendo i Jedi, e quello era il senso di colpa, ma il mio Maestro lo mandò subito a uccidere gli younglings, proprio perché era innaturale ed inimmaginabile. Farlo avrebbe consumato il suo Maestro perché avrebbe odiato sé stesso, perché avrebbe avuto paura di sé stesso. 

Il Sith deve odiare sempre, tutto e tutti, soprattutto sé stesso. Deve soffrire nel fisico e nel morale, deve sempre tramare contro chi si fida di lui. Mai, e dico mai, deve cedere alla compassione, o avere un ricordo felice. Tutti i ricordi devono ferirlo, straziarlo, devono essere ferite nella sua anima, in suppurazione. Il mio Maestro passò i primi anni del mio addestramento a torturarmi, perché dovevo soffrire e odiarlo. Mi fece crescere un cucciolo solo per ordinarmi di ucciderlo. Mi fece diventare amico di un servo mio coetaneo solo per costringermi a torturarlo nei modi più sadici.»

Omega era stravolta, non pensava che potesse esistere un Male simile, non pensava che si potesse sopravvivere ad un Male simile. Ahsoka ascoltava in silenzio, pensando probabilmente al suo amato Maestro.

«Io, anni fa, sopravvissi a una ferita mortale solo odiando Kenobi che me l’aveva inferta, trasformai l’odio in Forza. Poi il mio Maestro mi tolse tutto ciò che avevo, mio fratello, e odiai anche lui. E poi, Ahsoka, feci un errore, incontrai Ezra Bridger e … lo usai per i miei scopi, lo ingannai dicendogli mezze verità come avevo tentato di fare con te su Mandalore, ma … quando ottenni da lui quello che volevo, un holocron, lo salvai da un baratro. Senza ragione, solo compassione per un ragazzo ingenuo.»

«Ezra faceva questo effetto a molti.» disse sorridendo la togruta.

«Poi sono morto combattendo Kenobi e lui … non mi ha freddato, non mi ha sputato in faccia, non mi ha rinfacciato la morte del suo Maestro e della donna che amava, no, mi ha preso in braccio e mi ha fatto morire consolandomi.»

Ahsoka si alzò e andò a prendere un bicchiere d’acqua, e tutti capirono che non voleva mostrarsi commossa sentendo parlare di un uomo che le aveva quasi fatto da padre.

«E poi ... poi, Omega, mi hai svegliato e il mio corpo era integro. Niente dolore, nulla, e, per salvarmi, ho dovuto aiutarvi. Ho curato Lady Tano, ho collaborato con te … e, come vedete, sono scivolato fuori dal Lato Oscuro.»

Rimase in silenzio, guardò le due donne, indeciso, poi parlò. «Ho passato ore a immaginare come tradirvi, come uccidervi. Come avrei ammazzato Lady Tano, guardando i suoi occhi carichi di odio, e come avrei torturato te, biondina, tagliandoti a pezzi da viva. Quanto dolore, quanta sofferenza, e tutto sarebbe ricaduto su di me, tutta quella malvagità mi avrebbe reso potente, mi avrebbe dato di nuovo il dolore e l’odio.»

Le due donne erano impallidite. Era proprio quello che avevano temuto fin dal primo momento.

«Avrei usato una violenza maggiore del solito, perché mi piaci, biondina, mi piaci molto e farti a pezzi mi avrebbe straziato in modi per me nuovi. Ma … il Lato Oscuro è sfuggente, mi è scivolato via e non potrei fare nulla di questo.

Quindi, Omega, sì, ero un Sith, e ho fatto tante cose così orribili che il solo saperle potrebbe farti fuggire lontano urlando, ma non sono più un Sith. Sono Maul, qualunque cosa possa voler dire.» guardò Omega e poi anche Ahsoka «E quella cosa che sento, quella cosa che è nata, è peggio di un Sith. La sua capacità di odiare e … inimmaginabile. Anche per me. L’odio di quella cosa ha un solo scopo, distruggere tutta la Galassia.»

 

Omega e Maul si voltarono un’ultima volta a guardare l’astronave. Era davvero malridotta.

«Pensi che Ahsoka possa davvero farla volare?» chiese Omega allo zabrak.

Lui sorrise e disse: «Credimi, biondina, Lady Tano è capace di fare praticamente tutto. Ce l’ha fatta persino a sconfiggermi.»

«Ed era una cosa così difficile?»

Lui la guardò in silenzio, poi, ridendo sguaiatamente, disse: «Il vecchio me ti avrebbe fatto a pezzi per una battuta simile.» poi la guardò e disse: «Sì. Era molto difficile.» riprese a camminare scendendo dall’altura con un pesante zaino sulle spalle. «Lady Tano è sopravvissuta su una nave che precipitava accerchiata da almeno 500 tuoi fratelli che la inseguivano con l’ordine di ucciderla. Ed è qua per poterlo raccontare, quei 500, no.»

«C’era anche Rex, con lei.» disse Omega.

«Me lo aveva nominato, in effetti. Penso si volessero bene.» e fece una smorfia.

«Ti fa ridere la cosa?» chiese Omega.

Lui non le rispose subito, continuò a camminare verso le montagne che li dividevano dal luogo dove l’ombra oscura del Male ristagnava in modo chiarissimo per la sua percezione della Forza. «Per un Sith i legami sentimentali sono solo una debolezza da sfruttare, biondina.»

«Ma tu non sei più un Sith.»

«Esatto. So cosa non sono.»

«E cosa vorresti diventare?»

«Cosa vorrei diventare? Boh! Per ora cammino verso un male indicibile, poi vedrò.»

Lei camminò in silenzio per un po’, un paio di passi dietro di lui, guardandolo camminare agile e veloce sotto al peso dello zaino. Era più simile a una bestia feroce che a un uomo, una bestia feroce e per nulla addomesticata. Lui camminava davanti a lei, egualmente in silenzio, fino a che, improvvisamente, disse: «Non ti farò a pezzi quando ti addormenterai, biondina.»

«Ho un nome.»

«Lo so, biondina.»

«Potresti almeno chiamarmi “Lady” come fai con Ahsoka.»

«Lady biondina? È orribile.»

«Stronzo.» disse lei e lo superò camminando sul sentiero curato che, inspiegabilmente, non era percorso da nessun altro. Maul la guardava sorridendo, aveva carattere la biondina, gli piaceva.

 

Omega osservava leggermente interdetta l’animale che aveva appena cacciato. Aveva tre zampe, due dietro e una davanti. Aveva viaggiato su innumerevoli pianeti, era fuggita a granchi grandi come una navicella spaziale, aveva visto i sarlacc e i krait, era amica di enormi wookie e una volta era andata in missione con un colonnello eroe della Guerra dei Cloni che era alto non più di 15 cm e aveva gli occhi sulle antenne, ma … tre zampe erano una cosa nuova. Cotto sarebbe stato buono, comunque. Tornò al campo e trovò Maul inginocchiato in silenzio. Si era messo a meditare pure lui?

«Non dovevi accendere il fuoco?» gli chiese.

Lui rimase in silenzio, con gli occhi chiusi, ma usò la Forza per far ruotare la spada laser che aveva appoggiata vicino alle sue gambe. La spada si rivolse verso la legna ammonticchiata tra un cerchio di pietre e si accese. Perforò la legna che, secca e ricoperta di foglie e muschio asciutti, prese fuoco immediatamente. La spada si spense e ruotò di nuovo verso lo zabrak inginocchiato. Stava in silenzio, con gli occhi chiusi, ma sghignazzava.

«Che sbruffone!» disse lei, poi prese il suo coltello, regalo di Hunter, ed eviscerò l’animale. Poi, infilatolo su un bastone, lo sospese sul fuoco. L’odore era buono e un allettante grasso sfrigolava cadendo sulla legna.

Si sedette accanto all’uomo e disse: «Ho parlato con Ahsoka, un paio di motori hanno tossicchiato per due o tre secondi, forse, e ha sottolineato “forse”, domani potrebbe riuscire a farli ripartire.»

«Quindi domani ce la vedremo calare addosso come un rapace?»

Omega si coricò con le braccia dietro alla testa e ripiegò le gambe guardando le stelle, nessuna costellazione conosciuta, naturalmente, e gli rispose: «Forse domani Ahsoka riuscirà a far ripartire due motori su cinque, appena sufficienti per far sollevare la nave, poi, e ha sottolineato molto il “poi”, dovrà attaccare con il sistema di navigazione che, ti posso assicurare, è messo molto peggio dei motori.»

«Quindi dovremo scarpinare.» disse lui aprendo gli occhi e guardando la giovane donna.

«Non mi pare che ti dispiaccia.»

«A essere sincero, mi piace avere di nuovo le gambe, biondina.»

Lei lo guardò indecisa sul da farsi. Inspirò, espirò, inspirò di nuovo, sempre zitta. «Sì? Cosa vuoi chiedere?»

«Dove eri stato … tagliato?»

«Un paio di centimetri sotto all’ombelico.»

«Cazzo!» borbottò lei, poi rimase in silenzio ancora un po’. «E quindi … tu non …»

«Io non. Esatto, io non. Niente cacca e pipì, o almeno non naturalmente, e niente sesso.»

«Cazzo!» ripeté lei. «Pesante, e?»

«Ottimo per il risentimento.» disse lui.

«E quanti anni sei stato così?»

«Kenobi mi ha tagliato in due quando avevo 24 anni e poi mi ha ucciso quando ne avevo 57.»

Omega fece una smorfia buffa e si rimise a guardare le stelle. «Trentatré anni. Per la Forza, che cosa assurda!»

«Diciamo che non è male avere di nuovo tutto il corpo, biondina.»

«Omega!»

«Sì, biondina, lo so.»

Lei si alzò a sedere e si prese le ginocchia tra le braccia, guardandosi intorno. Il buio era quasi solido, quel pianeta aveva solo due ridicole lune simili in tutto e per tutto a bitorzoluti asteroidi che non riuscivano minimamente a rischiarare la notte. Si strinse ancora di più, come un cucciolo terrorizzato.

«Stai tranquilla, penso che, anche dopo 33 anni di astinenza forzata, riuscirò a resistere al tuo incredibile fascino.»

«Idiota di un Sith!» disse lei, «Ho paura di quella cosa che avete sentito, e di quei mostri che erano sulla nave.» e si alzò per controllare l’arrosto. Era cotto; prese due piatti dallo zaino e lo divise in due parti, mentre Maul la guardava. Accucciata era davvero una meraviglia.

Lei si girò dandogli il piatto e si misero a mangiare. «Mi guardavi il culo.»

«Io? No, biondina.» disse lui sarcastico.

«Non ho la Forza, ma non sono idiota, strapezzente.»

«Forse … potrebbe anche essere» disse lui, «Scusa.»

Lei diede un gran morso alla coscia dell’animale a tre zampe e poi, masticando la carne sugosa, disse: «Mica ti ho detto che mi dispiaceva.» e rise. Lui rimase a bocca aperta, per fortuna aveva appena deglutito il boccone, e, per la prima volta nelle sue due vite, si trovò assolutamente senza parole. Puoi essere anche uno dei più potenti Sith della galassia, o almeno esserlo stato, ma una donna intelligente sarà sempre più avanti di te. Si rimise a mangiare mentre lei lo guardava e rideva.

Finito di mangiare il tripollo, come lo aveva nominato Omega, Maul montò velocemente la tenda che aveva portato nello zaino, visto che la notte era estremamente umida. Omega si era allontanata per un bisogno impellente. «Non allontanarti.» le aveva detto lui e lei, allontanandosi nel buio gli aveva urlato un sarcastico «Sì, certo, ti piacerebbe!»  e lui era rimasto in attesa, facendo finta di aggiustare i paletti della tenda, ma ascoltando in realtà i mille rumori della notte e percependo la giovane donna nel buio.

Lei tornò e gli sorrise, poi guardò dentro la tenda e disse: «Ho dormito in celle migliori.»

Maul la guardò con un’espressione che voleva dire, praticamente, “Se sai fare di meglio…” e si allontanò a sua volta. Svuotare la vescica era un piacere praticamente dimenticato, una piccola liberazione dal bisogno, un momento di lievità. Mentre si scrollava il pisello, ah, un tuffo nel passato anche quello, sentì la voce della biondina che urlava: «Hai finito? Occhio che diventi cieco!» e giù una risata. Simpatica, davvero simpatica.

Tornò al loro piccolo campo e la vide che lo aspettava in piedi vicino alla tenda, alta e magra, scattante come un cerbiatto di Naboo. «Percepisci pericoli qua in giro?» gli chiese.

Lui si concentrò e si espanse nella notte. Animali, molti animali. Una cittadina, molte persone, a un giorno di marcia da loro. E, oltre le montagne, un Male sempre più potente, che si espandeva come una macchia d’olio sull’acqua. Era gelido e bruciante, sapeva di morte, ma non era vicino, non per ora. «No, biondina, nulla che non potresti combattere persino te.»

«Caro il mio cornutaccio, io ho gestito anche uno Zillo Beast.»

«E cosa sarebbe?»

«Alto cento metri, corazza invulnerabile, mangia persone e elettricità, più brutto e cattivo di te.»

«E come avresti gestito una cosa simile?»

«L’ho liberato e gli ho fatto distruggere una base imperiale per fuggire. Avevo 14 anni.»

«Lady Tano ne aveva 17 quando ha fatto la stessa cosa per fuggire dall’incrociatore pieno di cloni che volevano ucciderla.»

«Bei tempi, eh, quando eri tanto, ma tanto cattivo?»

«Perché, ora cosa sono?»

«Mi sembri un cucciolone da coccolare.» gli disse ed entrò nella tenda.

Lui si tolse la giacca e gli stivali e si infilò nel sacco a pelo, pronto ad addormentarsi velocemente come aveva imparato a fare con anni di addestramento. Omega lo guardò, sorrise, poi cominciò a spogliarsi senza spegnere la luce. Lui si voltò dall’altra parte per darle un po’ di privacy, e sentì il rumore dei vestiti che lei si stava togliendo. Scarpe, calze, giubbotto, maglia, pantaloni… a mezzo metro da lui c’era una bella donna con indosso solo la biancheria intima, gli ribolliva il sangue ed era eccitato. Pensava che avrebbe sentito il rumore della lampo del sacco a pelo, ma sentì di nuovo il rumore di stoffa sfilata, e un clic di un gancetto che veniva aperto. Due piccoli indumenti appallottolati furono lanciati addosso a lui, si voltò a guardare e, prima di alzare gli occhi, vide mutandine e reggiseno grigi sul suo sacco a pelo. Guardò in alto e vide, in piedi e con la testa piegata perché la tenda non era tanto alta, Omega, nuda, liscia, tonica e muscolosa, gli uscirono quasi gli occhi dalla testa guardandola e lei, ridendo, gli disse: «Ma tu vorresti davvero dormire?» e aprì la lampo del suo sacco a pelo.

Accucciandosi su di lui lo guardò e, sorridendo, gli chiese: «Hai paura, Maul?»

Maul, che aveva ucciso dei Jedi, Maul che aveva avuto il potere del Lato Oscuro nelle sue mani, Maul che aveva governato Mandalore ed era stato il capo di tutte le gilde criminali della Galassia, Maul, guardando quello splendido corpo disse: «Sì.»

«Vuoi che mi rivesta?» gli chiese con una gentilezza meravigliosa.

«No.»

Lei rise e disse: «Vuoi che ti svesta?»

«Sì.»

E così lei cominciò a tirargli via i vestiti e, dopo pochi istanti, l’imbarazzo di lui era passato e i due stavano ridendo come matti lottando con maniche e pantaloni. Fecero l’amore con passione e notevole soddisfazione reciproca, anche se la battuta di Omega sulla fortunata presenza delle corna solo sulla sua testa rischiò davvero di farlo correre a sghignazzare istericamente nella notte. Dopo si coricò a suo fianco abbracciandola e, sudati e ansimanti, rimasero lì, in silenzio, abbracciati nella notte. Anche questo era il potere della Forza, pensò lui addormentandosi con quel corpo magro e scattante tra le braccia, la Forza era vita e loro erano vivi.


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