venerdì 7 settembre 2012

Capitolo 54, Bill e It (Chud)

LIV

- Ciao Piccolo Amico – disse It – la tua costanza mi stupisce. Ogni ventisette anni te ne torni qua sotto per uccidermi.
- Hai ucciso Georgie e Audra, bastardo! – disse Bill.
- E tanti altri prima di loro, e tanti tra loro e tanti, credimi Piccolo Amico, ne ucciderò anche dopo di loro. –
- Io ti ucciderò, schifoso, noi ti uccideremo! –
- Piccolo Amico mio, Bill Tartaglia, Bill Dembrough, ma voi mi avete già ucciso ventisette anni fa. Proprio tu mi hai strappato il cuore con quelle tue piccole e inutili mani che ora, non so se te ne sei accorto, tremano un po’. Prevedo una di quelle vostre simpaticissime malattie, si chiama Parkinson, vero? -
- Parkinson o non Parkinson, io ti ucciderò, bastardo! –
- E cosa vedo? Tu vorresti uccidermi, scimmia? Il mio inviato ti ha accoltellato, anche se non lo hai voluto dire ai tuoi amici; ti ha fatto a fette l’intestino e la tua merda ti sta entrando in circolo. Se non mi sbaglio, e io, Piccolo Amico, non mi sbaglio mai, l’emorragia ti sta per uccidere, e l’infezione, come è quella parola?, la setticemia, ecco!, ti sta facendo venire già adesso la febbre. Tu stai morendo, Piccolo Amico mio, non farei neanche in tempo a scaraventarti nei mie Pozzi Neri, morirai prima. –
- Noi ti uccideremo! –
- No, Piccolo Uomo, no. E anche se ci riusciste? Lo hai notato o no, che io dalla morte ritorno? Mi avete ferito anche questa volta, per magia potreste anche uccidermi, ma non credo proprio. Ma i Pozzi Neri sono eterni, e Derry mi richiamerà sempre a sé. –
- No. Rimarrai morto! – disse Bill continuando a guardare negli occhi del ragno, mentre il suo corpo si tendeva allo spasimo e dalla ferita all’addome sgorgava molto più sangue di prima.
- Io sono Derry, Piccolo Amico, la tua città è nata su di me e di me si è nutrita. Se anche voi mi uccideste, e credimi, siete troppo vecchi per riuscirci, danneggereste solo lei, causereste altri morti inutili come nell’85, ma Derry sopravvivrà e mi richiamerà indietro. –
- Io ti ucciderò! Tieni bastardo! – urlò Bill e affondò i denti nella lingua di It, mancandolo del tutto e cominciando di nuovo a sfrecciare nel nulla mentre sentiva che il suo corpo, immobilizzato sotto al ragno, si indeboliva.
- Non credi più nelle fiabe, Piccolo Amico. Non credi più nei mostri e non credi più che ci sia qualcosa dopo la morte. Sei cresciuto, per quanto come scrittore tu abbia continuato a baloccarti con quelle pazze idee infantili. Solo un bambino poteva sconfiggermi, solo un bambino poteva davvero credere che uno spruzzo di acqua canforata fosse acido o che i nomi degli uccelli fossero un potente talismano. Se ti trovassi davanti un vampiro, credimi Piccolo Amico mio, non ti servirebbe a nulla neanche alzare un crocifisso, miscredente come sei. –
Bill volava nel nulla passando sopra alla Tartaruga, che sembrava brillare di luce propria, non più morta come allora, ma resuscitata come It. E Bill sorrise, perché se lui era perso, sia che fosse morto in quel nulla in cui It lo aveva scagliato, sia che fosse riuscito a tornare nel suo corpo ormai morente, la Tartaruga avrebbe trovato altri per combattere It, e la Tartaruga era più grande di It come It lo era di loro poveri umani.
E fu allora, mentre Bill pensava questo sfrecciando verso i Pozzi Neri, che accadde una cosa inaspettata. It urlò di dolore.

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