domenica 9 settembre 2012

Capitolo 56, Derry.

LVI

- Smettila di fuggire, It. Almeno morendo dimostra di avere il coraggio dell’uomo che hai appena ucciso. – disse la Tartaruga.
- Tu non dovresti essere qui! – belò It – Quel bambino è mio! Io lo ho usato, lui è la mia porta! –
- È una porta aperta, It, e ci passa chi vuole! –
- Tu eri morta, maledetta, morta da tantissimo tempo! –
- Nessuno di noi può morire, It, e lo sai bene. E anche te oggi non morirai. –
- E allora lasciami stare, maledetta, lascia che me ne torni nei Pozzi Neri, non tornerò più qui a Derry! – implorò It tentando di allontanarsi dal bambino/Tartaruga che lo seguiva sempre più da presso.
- Non mentire con me, It, io esistevo da prima che tu inventassi la nozione stessa di bugia, io esistevo da prima che tu nascessi nel momento in cui una stella morì esplodendo. Io avevo creato quella stella. –
- Lasciami vivere, amo troppo vivere qui. Devi capirmi, Tartaruga! –
- Implorarmi non ti servirà, It, tutto oggi dovrà finire. –
- Sai cosa succederà quando mi ucciderai, vero maledetta, sai che sarà una strage come neanche io ho mai osato farne. –
- Quello che dovrà succedere, accadrà. La tua presenza qui è un errore, e io a quell’errore porrò rimedio. –
- Lo hai già fatto usando loro tanti anni fa. –
- E ho fallito. Ma ho imparato dai miei errori. – disse il bambino/Tartaruga raggiungendo il ragno che arrancava ormai esausto seminando una scia di sangue nero dietro di sé. Lo abbrancò con entrambe le braccia e le loro energie si fusero.
It urlò dal dolore, ma il suo urlo si ridusse presto a uno squittio, mentre la sua mente, la mente di It fuori dai Pozzi Neri si fondeva in una enorme quantità di energia. E solo allora, nel momento in cui quella singolarità che era stata It si decomponeva in una indistinta energia negativa, solo allora seppe cosa era davvero la morte che per così tanti anni aveva elargito a così tante persone e forse, con il suo ultimo pensiero, mentre piangeva per sé, pianse anche per loro. E poi, come Derry che era una sua emanazione, non fu più.


Mentre i Perdenti scomparivano nella luce che stava inondando la tana di It, guidati da Ben in un luogo migliore, nel lato dei Barrens che andava a finire nella discarica, accadde una cosa che avrebbe stupito chi avesse potuto vederla. Un vecchio frigorifero degli anni 50, di quelli di metallo smaltato di bianco, con chiusura a maniglia, che nessuno toccava più da anni, si aprì di scatto.
Moltissimi anni prima un ragazzino sociopatico che aveva già ucciso il suo fratellino nella culla, Patrick Okstetter, aveva usato quel frigorifero per uccidervi dei piccoli animali, come gatti, piccioni, e cagnetti tra cui un piccolo cocker. Da quello stesso frigorifero, che era una delle tante tane di It, lo stesso Patrick era poi stato ucciso, sotto la forma di sanguisughe volanti che lo avevano aggredito dissanguandolo vivo.
Quello stesso frigorifero era poi stato usato per lo stesso scopo dal piccolo Bobby Gray, dopo che l’influenza di It dentro di lui aveva cominciato a farlo impazzire. Era stato proprio il vecchio elettrodomestico a chiamarlo e uccidere lì dei piccoli animali indifesi aveva accelerato la sua trasformazione in It.
Era da più di cinquanta anni che il frigorifero stava lì, sempre con la sua bella maniglia argentata e i suoi cardini cigolanti, perché It non aveva mai permesso a nessuna persona di distruggerlo o portarlo via. E quando quella sera si aprì di scatto, una luce bianco-azzurra accecante ne usci fuori, in un fascio compatto come quello di un riflettore. Questa luce divenne mano a mano più forte fino ad arrivare alle nubi e a forarle. Alla fine, prima della fine di tutto, la luce divenne così forte da vaporizzare le ossa di un passerotto che da dieci anni giacevano dentro al frigo.

A poche centinaia di metri da lì la stessa identica luce cominciò a uscire anche da una buca irregolare in mezzo a un tratto pianeggiante dei Barrens. Nella lunga estate del ’58 un gruppo di ragazzi sfortunati e coraggiosi che si erano autodefiniti i Perdenti avevano scavato lì il loro club e, dopo che le assi di legno che lo formavano erano marcite, quella buca piena di rovi era tutto quello che ne rimaneva.
Anche dal fondo di quella buca uscì un simile raggio di luce, ogni istante più forte, così forte da fare sembrare trasparenti i rovi legnosi che coprivano la cavità. Il raggio salì verso il cielo come di solito scende attraverso le nubi un raggio di sole, fino a diventare assolutamente accecante e dare fuoco alla macchia di rovi ed edera velenosa.
E la stessa luce uscì anche dai tubi di drenaggio dei Barrens, quelli che un giovanissimo Ben Hanscom chiamava tane dei Morlock. Poco prima del botto finale i Barrens parvero essere cosparsi da colonne di luce che salivano verso il cielo.

Ringo McLennon, che si era finalmente addormentato, si svegliò colto da un’inquietudine sconosciuta. Gli sembrava che il letto stesse tremando. Scese dal letto pensando che fosse un terremoto, ma poi sentì anche qualcos’altro. Era come un fischio troppo acuto per essere avvertito, ma che gli rimbombava nel cranio. Uscì dalla sua stanza per andare dai suoi genitori, ma li incontrò nel corridoio. Corse ad abbracciare mamma, quando videro dalla finestra un enorme fascio di luce bianco-azzurrina forare l’oscurità della notte per salire verso le nubi. Papà si sporse dalla finestra e fece appena a tempo a dire. – È il tombino. – e poi tutto finì.

Anche i genitori di Alice si svegliarono pensando al terremoto, corsero dalla figlia in veranda, ma non la trovarono. La porta della veranda era aperta e il lettino era vuoto. Prima che il terrore potesse impadronirsi di loro, un fischio assordante li prese alla testa facendoli urlare. La madre di Alice allora si voltò verso i Barrens che erano là vicino, dopo il parcheggio e la siepe, e quello che vide le sembrò il più grande codice a barre dell’universo. Tra una colonna di luce e l’altra vedeva il cielo e le stelle, mentre la terra tremava sempre più forte e il fischio le faceva sanguinare le orecchie, e poi ci fu il botto.

Le fogne di It erano abitate da alcune decine di migliaia di ratti, mentre nelle campagne circostanti vivevano milioni di animali, dai ragni ai cervi. Nel momento in cui Bobby Gray/Tartaruga toccava It, tutti loro cominciarono a fuggire in tutte le direzioni, in una raggiera che aveva come centro l’Up Mile Hill, correndo ognuno alla velocità che la natura gli aveva assegnato. Solo alcuni uccelli volarono così veloce da sottrarsi alla distruzione, ma si contarono davvero sulle dita di una mano.

Milton Edwardson, uno studente di ventuno anni del MIT di Boston, stava ripassando il testo dell’esame di fisica nucleare nella stanza dei sismografi. Il loro tranquillo ticchettio, quasi un ronfare ipnotico, lo aiutava a concentrarsi. E rimase quindi molto stupito quando tutti loro cominciarono a bippare impazziti disegnando grafici sempre più altalenanti, con picchi e valli così alti da invadere l’uno la corsia dell’altro.
Si avvicinò per vedere cosa stesse succedendo e, acceso il computer sul programma di controllo, scoprì che una vibrazione dalla frequenza altissima, mai misurata prima, stava crescendo di intensità al di sotto della cittadina di Derry nel Maine. Avrebbe dovuto avvertire qualcuno, senza alcun dubbio, ma lo spettacolo di quei grafici sempre più folli era un vero incantamento. Alla fine l’intensità della vibrazione divenne assolutamente non misurabile e tutti i misuratori andarono fuori scala.
E fu allora, dopo qualche secondo, che il terremoto scosse il palazzo ottocentesco che lo ospitava. E Milton, mentre fuggiva dall’edificio sperando che non gli crollasse in testa, pensò che molto probabilmente aveva appena assistito a quanto di più simile a un Apocalisse fosse dato di assistere in questo nostro noioso mondo. Derry non doveva esistere più, se non come nome nei libri.

Andy Gaunt aveva guidato a velocità molto elevata da quando aveva lasciato i limiti municipali di Derry, notando che solo la piccola Alice non dormiva a bordo della vecchia station wagon. Si vede che non era destino che i suoi genitori e sua sorella Sarah vedessero. Era ormai a un’ottantina di miglia da Derry quando Alice gli disse: - Puoi fermarti, Andy. Sta per finire. –
Andy accostò al bordo della strada e scese dall’auto rivolgendosi a sud. Avevano appena superato Greenville e Derry era molto a sud rispetto a loro.
Alice venne vicino a lui, lo prese per mano e disse: - Mamma e papà sono laggiù. – indicando con precisione nella direzione della loro città.
- Mi dispiace, piccola. - disse Andy mentre da quel puntino all’orizzonte si alzavano delle lame di luce che andavano in cielo. I due strinsero più forte le loro mani mentre quei fili di luce diventavano più forti e si univano in un unico fascio potentissimo e più luminoso di un lampo.
- O mio Dio! – disse Andy mentre una vibrazione e un fischio fortissimi arrivavano alle loro orecchie, poi vi fu quella che solo la limitatezza della mente umana potrebbe descrivere come un’esplosione, che li accecò per alcuni minuti e che portò fino a loro una folata di vento caldo.
Quando finalmente riuscirono a vedere di nuovo, al posto di Derry un enorme fungo di fumo rossastro si stagliava all’orizzonte alto fino al cielo. Andy prese in braccio la piccola Alice e cominciò a piangere in silenzio. Derry era morta.

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