domenica 7 giugno 2015

Berserker. 11

Nuovo capitolo, appena scritto! Buona lettura a tutti!

- Si può sapere che cavolo stai facendo la sopra? – gli chiese Miriam guardandolo da sotto in su con le mani sui fianchi e un’espressione a metà tra il divertito e l’indispettito.
- Non si capisce? – le chiese lui di rimando piantando un altro chiodo col martello.
- No. Sembri uno scimmione che dà martellate su un tetto per sfogarsi. –
- Grazie. – le rispose lui e posizionò un’altra scandola sulle travi.
- No, davvero, che stai facendo? –
- Rifaccio il tetto, che l’altra sera pioveva dentro. – le rispose continuando a lavorare.
- Non servirebbero le tegole per farlo? –
Lui la guardò poggiando in equilibrio precario il martello. – Uso le scandole. –
- Che sarebbero … -
- Tavolette di legno, si inchiodano l’una sull’altra in modo che l’acqua ci scivoli sopra, come le tegole. Le usano su sulle Alpi. –
- E dove le hai prese le scandole? –
- Con l’accetta, ho tagliato a fette un po’ di tronchi. – le rispose e ricominciò a posizionare quelle fettone un po’ storte di legno sul tetto. Naturalmente erano poche.
- E lo avresti fatto quando sei andato via? – gli chiese lei appendendosi alla trave e tirandosi su con l’agilità di una scimmietta. Era piccola e magra, ma agile come una gatta.
- Sì. Ero senza dubbio più utile quassù che là nel soviet. – e dicendo soviet alzò gli occhi al cielo e fece una specie di fischio o sibilo con le labbra.
- Non mi chiedi cosa abbiamo deciso? –
- Attacco in forze alle truppe occupanti. Useremo tutte le nostre armi e li danneggeremo tanto da renderli innocui e indifesi. Giusto? –
- Sì, le parole sono state all’incirca quelle. –
Lui sorrise e si sedette sul tetto che cigolò in maniera preoccupante. – Sono state le parole che ha detto il Cinese quando ho finito di raccontare quello che avevo visto. Era naturale che si sarebbe votato così. –
- Hai ragione. A te non piace il Cinese, vero? –
- Penso che sia un uomo coraggioso che si lancerebbe contro il nemico senza paura. Penso che sia un uomo onesto che combatte per i suoi ideali. Penso che se gli lasciassi i miei soldi e lui stesse morendo di fame, tornando da lui me li renderebbe tutti. – le rispose.
- Però non ti piace lo stesso. – disse ancora lei.
- No. Parla bene, è più anziano di noi, argomenta le sue idee con calma e sembra così autorevole, perché ha fatto la guerra, perché è stato in Russia, perché lui ha esperienza, ma … -
- Non ti piace lo stesso. –
- No. Perché fondamentalmente è un cretino. Pensa di avere ragione, sa di avere ragione, anzi. E quindi è un cretino.
Crede di sapere come è fatto l’uomo e vuole cambiare gli uomini che ha intorno perché combacino con la sua idea di uomo, ma la sua idea è sbagliata. La sua idea è bella, l’uomo può migliorare, se educhi l’uomo sarà perfetto, la società con la sua proprietà privata e la sua religione ci corrompe, ma il Cinese ha solo sostituito una religione con un’altra, un Paradiso nell’aldilà con una Rivoluzione nell’aldiquà, un profeta morto in croce con un Marx morto in Inghilterra. E ti dirò di più, il Cinese è talmente convinto, talmente sicuro delle sue idee che sarebbe capace di uccidere chi non le condivide, lui non ascolta, non chiede, non si mette in dubbio, lui sa e purtroppo è così serio e calmo quando parla che tutti gli danno ragione. –
- Quindi non ti piace perché è comunista? –
- No. Non mi piace perché è cretino. I Tedeschi hanno ucciso a quella maniera indegna Bartolo? E allora lui vuole attaccarli, perché c’è la guerra, perché noi siamo la Resistenza, perché vanno puniti. Sono le sue idee, quindi sono di per sé stesse giuste. E invece non lo sono, perché quei bastardi sono più di noi, sono meglio armati di noi, sono meglio asserragliati di noi e, soprattutto, sono meglio addestrati di noi, e attaccarli così, tutti insieme, in un battaglia campale potremmo dire, servirà solo a farci ammazzare dal primo all’ultimo, se qualcuno non sarà così sfortunato da finire nelle loro grinfie per finire nei Campi su in Germania. –
- E perché non le hai dette laggiù queste cose? - Gli chiese lei sedendosi accanto a lui e dandogli una mela che aveva tirato fuori da una tasca.
Lui sorrise di nuovo, poi rise e le mise una mano sulla spalla. – Miriam, tu mi chiedi perché non ho detto queste cose? Perché non sono un eroe, Miriam, queste cose le sanno tutti, ma sono dei ragazzi, ragazzi con un ideale, la razza peggiore del mondo. Cosa vogliono quei ragazzi? Combattere, uccidere o essere uccisi e chi avesse detto loro quello che già sapevano, non solo non avrebbe cambiato minimamente la decisione che sarebbe stata presa, ma durante l’attacco, chissà come, chissà perché, sarebbe stato ucciso da un colpo di fucile proveniente dalle sue spalle, perché codardo, perché antirivoluzionario, perché fascista. Loro sanno di avere ragione e chi non gliela dà è contro di loro, e io, che non sono un eroe, andrò con loro all’attacco e quando ci sarà da sparare sparerò e quando ci sarà da scappare inseguito dai crucchi, scapperò. –
Lei lo guardò per qualche secondo, lo sguardo un po’ stupito, e si vedeva che stava rimuginando su quello che aveva detto. Dio, quanto la amava, Dio!
- Non è molto coraggiosa come scelta. – gli disse alla fine. Sembrava delusa.
- No. Potevo difendere la libertà contro una massa soverchiante di idioti o potevo andarmene a rifare il tetto lasciandoli a loro stessi. Ho scelto la seconda possibilità e lo rifarei altre mille volte. Sei delusa? –
Lei non gli rispose, prese un legnetto caduto da un albero sul tetto e lo lanciò via. Stava ancora pensando, era anche lei giovane e pronta a combattere e le parole di lui erano troppo … adulte? Non gli rispose, ma gli poggiò un mano sulla gamba e continuò a guardare lontano, verso la vallata dove stano i Tedeschi.
Lui si godette quella mano, era bello quel contatto fisico ed era bello che lei stesse pensando così a lungo alle sue parole. Anche lui ci stava pensando ancora, poi le chiese: - E quindi, quando si va all’attacco del nemico? –
- Dopodomani sera, ci sarà la luna piena. –
- Bene. – disse lui sorridendo, poi si rimise ad aggiustare il tetto e disse di nuovo: - Bene. –

Due notti dopo avrebbero scoperto che laggiù non c’erano solo soldati tedeschi, ma qualcosa di peggio.

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