sabato 17 ottobre 2009

Evoluzione I,2.

Eccomi di nuovo a voi. Vi è piaciuto il primo capitolo? Volete leggere il secondo? Vi ricordo che finora ho scritto solo i primi 35, ne mancano 15 per finire, e che se non mi motivate un po', non lo finirò mai.
Vi ricordo che se volete motivarmi un po', potete richiedermi di continuare, o anche pregarmi di non scrivere mai più perchè sono un cane, scrivendomi su digiacomo.stefano@gmail.com o sulla mia pagina di anobii http://www.anobii.com/diggialibri
Comunque eccovi il secondo capitolo:

II

- Ma sei sicuro che funzionerà? – gli chiese Marina mentre si toglieva la camicia da notte rimanendo solo con un sottile paio di mutandine – non è che è pericoloso? –
- Per nulla cara – disse Enrico ponendole sulla testa una leggerissima corona metallica da cui pendevano una decina di elettrodi che collegò con delle piccole ventose alla sua testa – Ti giuro che sarà bellissimo. – e accese l’aggeggio sulla testa della moglie.
- Non sento nulla. – disse lei – Non dovrei sentire qualcosa? –
- Devo ancora accendere il mio. – disse lui che indossava una coroncina uguale e la accese in quel momento. – Non senti qualcosa ora? – le chiese.
- Sì. – rispose lei, sentendo nella sua testa la sua stessa risposta udita da lui.
“Carino no?” pensò lui e le sorrise facendole muovere involontariamente all’insù gli angoli della bocca.
- È pazzesco! – disse lei e di nuovo si udì contemporaneamente attraverso due paia di orecchie, non potendo fare a meno di ridere.
Anche lui rise, e la guardò, splendida nella luce soffusa delle candele.
- Sento un formicolio tra le gambe! – disse lei sbalordita – Ma che cosa è? –
Lui le prese una mano e se la posò sul pene che si stava indurendo e lei si stupì sentendo quel contatto nello stesso tempo sulle dita e sul corpo di lui.
“Che te ne pare?” pensò lui baciandola “Pensi che sarà bello? E tutti e due si baciarono sentendo le loro due lingue che si mischiavano in un nodo di Gordio di dolcezza nelle loro bocche.
Due anni prima Marina aveva avuto un incidente d’auto in cui si era spezzata il collo all’altezza della seconda vertebra cervicale; i dottori l’avevano operata installandole un impianto bio-elettronico che le aveva subito restituito tutte le funzioni vitali, permettendole di vivere una vita normale.
Quello che non era mai tornato come prima era stato il sesso. Fino ad allora tra loro era sempre stato bellissimo e lei aveva molto amato le loro notti infinite passate a rotolarsi tra le lenzuola, ma dopo l’incidente non aveva più avuto un orgasmo, neanche per sbaglio. Si erano resi conto con orrore che l’impianto nel collo era sì capace di bypassare la lesione trasportando gli impulsi dal corpo al cervello, ma questi arrivavano a destinazione raffreddati, come morti. Il sesso era allora diventato per lei una tortura, un semplice susseguirsi di messaggi del suo corpo che le faceva sapere che il pene, o la lingua o le dita del marito le stavano toccando la fica, ma senza che lei sentisse davvero il contatto con lui.
E allora Enrico si era messo a studiare un modo di superare questo problema e tornare ad essere felice con sua moglie. Questa sua ricerca si era poi intrecciata col suo lavoro di ingegnere del reparto nuovi armamenti dell’esercito, così che era arrivato ad una idea che avrebbe soddisfatto sicuramente sia sua moglie che i generali.
Quelle coroncine che portavano in testa erano dei dispositivi che collegavano in tempo reale le loro cortecce cerebrali, rendendo le loro menti una cosa sola. Lui guardava il corpo di lei e si eccitava a quella vista, ma contemporaneamente vedeva sé stesso attraverso i suoi occhi sentendo come anche lei si stesse eccitando.
Naturalmente la parte di stimoli proveniente da lei era più debole, passando attraverso un midollo spinale lesionato, ma quello che lui sentiva sarebbe bastato sicuramente a tutti e due.
La penetrò, e si sentì penetrare, facendole sentire dentro la sensazione di caldo, umido e strettezza che avvertiva sul pene come se fosse lei a farlo, e si mosse in lei sentendo che l’orgasmo sarebbe arrivato in poco tempo.
Marina, che non riceveva simili stimoli sessuali da due anni, arrivò con lui all’orgasmo, ma fu un orgasmo femminile, che è più lungo e più potente di quello maschile, sentendo quello che lui provava venendole dentro mentre i loro pensieri si fondevano in un gomitolo di sogni e carezze.
Si addormentarono mano nella mano e pensieri nei pensieri, sognando gli stessi sogni e scoprendo l’uno dell’altro ricordi segreti e ormai dimenticati. La notte in cui cominciò tutto fu per loro la notte più bella della loro vita.

Nessun commento:

Posta un commento