mercoledì 28 ottobre 2009

Evoluzione II,1.

Ed eccoci arrivati al secondo blocco di capitoli. Comincio oggi a pubblicarlo, ma non so se qualcuno vorrà leggerlo. Sapete tutti perchè... Siamo tutti preoccupati per Lui che ha la scarlattina!
E ora che ho detto questa stronzata, se ne aggiungo un altro milione lo raggiungo, dimentichiamoci lo Psiconano e torniamo al fetido frutto della mia immaginazione. Si entra nel vivo dell'azione, ecco il nuovo capitolo:

CAPITOLO II
I

La bella donna bussò alla porta e da dentro una voce con un accento strano disse di entrare.
- Buongiorno. – disse lei entrando – Volevo vedere il famoso dottore delle scimmie di cui tutti parlano da un po’ di giorni. –
Il giovanotto dall’aria mediorientale si guardò alle spalle con sguardo incuriosito, poi disse: - Ah, parla di me! – e le diede la mano. – Suleiman al Karoun, piacere di conoscerla. –
- Lu Ann Wilder, piacere mio. –
- Wilder, come Billy, il regista? –
- Sì, ma non siamo parenti, purtroppo. –
Suleiman le indicò una sedia e le offrì un bicchiere di the freddo. – Si occupa anche lei di scimmie? –
- Non lo so, per ora mi guardo intorno e mi do un po’ da fare qua e là. –
- Ottimo modo di passare il tempo. – disse lui alzando il bicchiere. – Alla salute di chi si dà da fare! –
- Alla salute di chi studia le scimmie! – rispose lei e rise.
- Vuole vedere le nostre scimmie, signora Wilder? Sono molto carine e amano regalare pulci a tutti quelli che vedono. –
- Sarà un vero piacere, forse potrò ricambiare con qualche zecca. – e risero tutti e due andando verso il capannone dove erano tenute le scimmie.
Entrando nel capannone Suleiman salutò un uomo che stava seduto lì con un giornale con una donna nuda in copertina.
- Sembra un delinquente. – disse lei sottovoce quando chiusero la porta.
Suleiman aprì una gabbietta e prese un giovanissimo cebo che stava abbracciato a un peluche abbastanza lurido; lo diede a Lu Ann che lo prese in braccio, poi disse: - Lo è. –
- Cosa? –
- Un delinquente, il tizio fuori, è un trafficante di coca. –
La temperatura del capannone era tanto alta da essere quasi insopportabile, ma Lu Ann sentì davvero un brivido nella schiena. – Sta scherzando, vero? –
Suleiman sorrise – No, tutta questa struttura, tutta l’oasi di protezione delle scimmie l’ha fatta costruire un narcos colombiano per far felice suo figlio malato di leucemia. Tutte le persone che vede qua intorno e che le sembrano dei brutti ceffi, molto probabilmente sono trafficanti armati fino ai denti. –
- E lei lavora qui? Lei mi sembra un brav’uomo. –
- Vede signorina Wilder, io ho da fare un lavoro, che è molto importante per me, e se questi tizi mi possono aiutare, qualunque sia il motivo che li spinge a farlo, io lavoro con loro. Io faccio qualcosa per loro e loro permettono a me di fare quello che voglio fare più di ogni altra cosa al mondo. –
- Cioè curare e studiare queste scimmiotte. – disse lei stuzzicando col dito il nasino della scimmietta che si era stretta al suo seno.
Suleiman fece un’espressione un po’ strana e annuì. – Sì, aiutare questa scimmie. –
- Ma io non l’ho già vista da qualche parte? – chiese lui sfiorando il muso della scimmia.
Lu Ann sorrise e disse: - Penso di sì, forse mi ha visto in televisione. –
Suleiman la guardò con gli occhi che quasi gli saltavano fuori dalla testa, ma in quel momento la porta fu aperta di colpo.
- Dottor al Karoun, è arrivato quel materiale che stava aspettando! – disse l’uomo che stava seduto fuori.
- Bene Pablo, arrivo subito. – riprese la scimmiotta e la mise dentro alla gabbietta. – Se permette ora ho da fare, signorina Wilder. – e la accompagnò alla porta e poi alla jeep.
Lu Ann rimase un po’ stupita per il comportamento del giovane dottore, ma si calmò quando lui le disse: - Sarei contento di rivederla per continuare quel discorso sulla televisione. – le disse dandole la mano.
- Se le va bene, potrei tornare la settimana prossima. – disse lei, e partì vedendo cinque persone che saltavano giù da un camion scassato e ne scaricavano una cassa molto pesante. Accelerò e tornò verso la sua capanna nel villaggio vicino.
- Chi era, Daoud? – chiese il tizio della rivista porno.
- Una signorina americana che voleva vedere le scimmie. – rispose esaminando il bidone che conteneva l’uranio e la droga.
- Può essere pericolosa? –
- Penso di no, ma la vedrò la settimana prossima e ne saprò di più. -

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