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lunedì 12 novembre 2012

VOCI.

X

Epilogo

Fu difficile convincere parenti amici che Mirko, Nicola, Daniele e Anna se ne erano semplicemente andati senza dire niente a nessuno. Lei e il giovane contadino dai capelli bianchi dovettero arrampicarsi sugli specchi anche perché nessuno andasse a curiosare nella città.
Ma ce la fecero. Dopo due anni nessuno parlava più dei quattro studenti scomparsi e della fantomatica città perduta di Augusta Victrix.
Fu allora, alla fine di un luglio caldo e secco, che Elena scollinò nel grande cratere su di un pick-up carico di taniche di benzina e di bottiglie riempite con benzina e fertilizzante. Era il quarto carico che portava dentro alla città e quella mattina cominciò a posizionare le bottiglie nelle fogne, nei luoghi dove erano raggruppati i vampiri addormentati.
Prima di cominciare il lavoro gettò un pugno di terra sui corpi scheletriti di Daniele e Anna, che Nicola aveva decapitato appena morta. Disse un preghiera per loro.
Nelle fogne trovò Mirko e Nicola. Dormivano con le spalle addossate al muro, uno vicino all’altro. Sentiva le loro voci che tentavano di fermarla, tenendola lì fino al tramonto. Non le ascoltò, ma accarezzò piangendo i loro volti un tempo belli e dolci.
Davanti a loro posò due bottiglie molotov.
Dopo pranzo cominciò a versare benzina da ogni tombino e, un’oretta prima del tramonto, gettò un fiammifero acceso nell’ultimo pozzetto e fuggì via per la seconda e ultima volta da quella città
Quando il furgoncino oltrepassò le colline si voltò a guardare e vide che l’incendio si era esteso anche a tutto il bosco. Sorrise e tornò a casa.

FINE

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